Incarna il macho latino per antonomasia. Ma Antonio Banderas è anche molto altro: talentuoso, versatile, ironico. Lo dimostra pienamente in “Competencia Oficial”, degli argentini Gastón Duprat e Mariano Cohn, esilarante parodia dello star system che mette in scena i meccanismi nascosti della produzione cinematografica, evidenziando vizi, meschinità ed insani egocentrismi di attori e registi.

Accanto ad Antonio, sullo schermo e nella conferenza stampa del film, un’altra “chica ispanica” da Oscar: Penelope Cruz, nel suo secondo ruolo da protagonista alla Mostra di Venezia. Intanto il bel tenebroso del cinema,  dopo il successo di “Dolor y gloria”di Pedro Almodovar,  è pronto a regalarci nuove emozioni nel quinto capitolo di Indiana Jones 5 le cui riprese sono già iniziate a Londra e che vedremo sugli schermi a luglio 2022.

In “Competencia Oficial” il cinema prende in giro se stesso, ma in modo elegante, usando il sorriso per spegnere la polemica…

Antonio Banderas Competencia
Competencia “set”

Abbiamo giocato e riso molto, mettendo in scena una sorta di commedia. Era importante  in un momento in cui la risata ha acquistato quasi un valore sovversivo, clandestino”.

Qual era l’intento del film?

“Ridicolarizzare i diversi accessi che consentono di arrivare all’arte, ma con tatto ed intelligenza. Abbiamo analizzato i concetti di fama, invidia, competizione e i diversi tipi di  insicurezze come attraverso una lente che mette a fuoco le componenti dell’essere artista e persona in genere”.

I difetti che l’opera di Duprat e Cohn attribuisce alle persone dello spettacolo non sono, quindi, una loro prerogativa…

“Certo che no. Questo discorso si può applicare a qualsiasi ambito sociale: politica, imprenditoria, cultura. Il narcisismo non si manifesta solo in colui che appare vanitoso e coltiva il culto dell’immagine, c’è una forma di insano egocentrismo anche intellettuale”.

La pellicola mostra vizi e stranezze di attori e registi. Nel corso della sua carriera, ci sono eccentricità che le sono rimaste particolarmente impresse?

“Ho visto colleghi che, prima di girare una scena, facevano le cose più bizzarre: uno in particolare, per scaldare la voce, iniziava a muggire tanto che, in un primo momento, avevo pensato ci fosse una mucca all’interno della stanza. Allora ho usato le parole che Oscar ( Martinez) dice a me nel film: “Questo esercizio aiuterà te, ma danneggia me”.

Ci sono elementi autobiografici nel suo personaggio?

“Tolta qualche lieve analogia, siamo sostanzialmente diversi. Se Felix fosse simile a me, non avrei accettato di interpretarlo. È maschilista e non persegue nobili obiettivi anche se appare più trasparente del collega Ivan che è più sibillino, politicamente corretto e ha la supponenza di certi intellettuali o politici”

Nella scena in cui lei e Penelope inveite con violenza l’uno contro l’altra, c’è stata improvvisazione?

( Lui guarda la Cruz che gli sorride) ” In quella sequenza comparivano talmente tanti insulti che abbiamo dovuto scriverli per riuscire a memorizzarli tutti. C’è stata anche una piccola parte di improvvisazione dove, per dare forza alla scena, ho tirato fuori parole incredibili, sentite nei posti più improbabili”

Ha mai lavorato con registi che l’hanno sottoposta a prove difficili da sostenere?

“Può capitare , ma è raro. Ci sono cineasti che fanno di tutto per imporre il loro potere sul cast, ma la maggioranza, fortunatamente, non è così”