Ci sono persone che si portano il mondo negli occhi. Non sono molte, ma le riconosci subito perchè, senza rendersene conto, hanno una profondità nello sguardo ed emanano  una luce quasi ipnotica, prerogativa di chi, ogni traguardo se l’è dovuto conquistare con le unghie e con i denti. Javier Bardem è una di quelle.

Si racconta con semplicità e grande ironia alla conferenza stampa di “Dune”, il film più atteso della Mostra del Cinema di Venezia, con un cast stellare di cui l’attore Premio Oscar fa parte a pieno titolo. Si è dedicato con entusiasmo alla costruzione del suo personaggio( Stilgar)che già conosceva da grande appassionato di libri anche di fantascienza. Ma non è l’unico aspetto che lega l’artista spagnolo, protagonista di successi come “Non è un paese per vecchi”, “L’amore ai tempi del colera”, “Vicky Cristina Barcelona” ed “Escobar – Il fascino del male”, al kolossal di Villeneuve.

Javier Bardem

Ad attirarlo è la molteplicità di sottotrame e di temi, primo tra tutti quello ecologista,  come si evince dal suo impegno all’interno di Greenpeace che lo ha portato a produrre il documentario Sanctuary sugli effetti devastanti del climate change. E così, tra un set e una buona causa, il talentuoso Javier si prepara alla corsa all’Oscar con “El buen patrón” di  Fernando León de Aranoa, scelto a rappresentare la Spagna a Los Angeles il prossimo 27 marzo.

Chi è Stilgar?

“E’ il  leader dei Fremen,  tribù nomade interstellare costretta a riciclare tutto per sopravvivere nel deserto. Uno scenario che, con il surriscaldamento del pianeta, potrebbe avvicinarsi alla realtà”

Perchè ha accettato di interpretarlo?

” Quando ho letto il libro, diversi anni fa, ho avvertito delle forti similitudini con Aragorn de “Il Signore Degli Anelli”.  È il classico ruolo che vuoi interpretare da bambino. Per questo, nel momento in cui  Denis Villeneuve me l’ha proposto, non ho avuto dubbi, prevedendo quali emozioni avrebbe suscitato  una messa in scena  così visionaria, ma raccontata senza artifici narrativi”

Oltre che di identità, viaggio, colonialismo, tirannia, ruolo delle donne, “Dune” parla anche di ecologia, tematica a lei molto cara. Quanto è importante che il cinema affronti l’argomento?

” Questa storia ha precorso i tempi, preoccupandosi di ciò che, nel futuro, sarebbe successo al mondo. Il mio personaggio difende l’aspetto ambientale del pianeta per far sì che il suo popolo sopravviva. Appena ho letto la sceneggiatura, ho stabilito subito un collegamento mentale ed emotivo con Stilgar. E’ estremamente importante che gli artefici di questo kolossal stupefacente abbiano compiuto un passo nella direzione giusta. Le generazioni future ci giudicheranno e credo sia il momento di attuare dei cambiamenti nel nostro modo di vivere, di agire con consapevolezza, di dare l’esempio”

Per questo si è avvicinato a Greenpeace?

” È stato mio fratello Carlos a coinvolgermi nel loro progetto di salvaguardia ambientale. L’ho fatto perché tutti possano vedere quello che accade intorno a noi attraverso gli occhi di una persona non esperta”

Lei proviene da una famiglia di attori ( madre, zio, nonni). Ha mai pensato di intraprendere un’altra professione?

“Certamente, dato che  studiavo belle arti. Della recitazione ho visto i lati belli e brutti, affascinanti e folli. Mia madre, nei periodi in cui non aveva ingaggi a teatro, ha fatto i lavori più umili per mantenerci. Quando l’hanno richiamata a interpretare la regina Isabella, era talmente nervosa che l’ho vista vomitare in camerino per poi uscire in scena e dare il massimo”

Ricorda un insegnamento tratto dall’esperienza dei suoi?

” L”importanza della preparazione e dello studio. Solo così la recitazione può diventare un vero mestiere”.

Cosa prova nell’ impersonare ruoli da villain come quello di Escobar?

” Interpreto anche persone che detesto, fa parte del mio lavoro. Non ho certo scelto Escobar perchè lo amo, ma in quanto lo ritengo un personaggio interessante, complesso, ricco di ombre. L’utilità, per l’attore, consiste nello spaziare all’interno di diverse tipologie umane e, chissà,  potrebbe anche dissuadere lo spettatore dall’intraprendere una strada sbagliata…”