Gli esiti del suo lavoro d’artista la qualificano come una delle più autentiche cultrici dell’astrattismo, in Italia e non solo. Le sue opere, sempre di natura astratta, accompagnano lo spettatore in un percorso simbolico reagendo alla curiosità, alle passioni, agli stati d’animo di chi guarda. Fedora Spinelli sa perfettamente dominare le forme e la composizione. Usa la spatola con l’abilità di una sofisticata ricamatrice.

Toni e colori vengono plasmati per favorire un contatto diretto con la luce che dona loro un rilievo materico tale da renderli mutevoli al mutare dello sguardo. L’artista lavora quotidianamente alle proprie opere, privilegiando l’essenzialità compositiva e andando a costruire una sorta di caleidoscopio che cela verità universali come quelle della nascita, della vita e della morte. Come turbinii i dipinti di Fedora Spinelli si trasformano e si rimodulano in funzione dello spazio e delle situazioni e paiono reagire autonomamente come elementi vibranti e variabili.

Essi sono oscilloscopi sensibili ai nostri pensieri e possono senz’altro percorrere un tempo indipendente dal nostro. Fedora Spinelli ha incentrato la sua poetica come ricerca della verità, com’è nel suo carattere e in quello della sua terra, la Puglia. Avendo lavorato sempre a cicli (tutti ricordiamo le sue opere con inserti in tulle o l’informale lirico, o ancora il ciclo dell’astratto materico e quello dei tondi), approda nel 2018 all’Art and Poetry, una sperimentazione che integra arte e poesia, in cui il digitale trasferisce e fonde su plexiglass l’opera artistica e il testo poetico: l’umanizzazione del medium digitale.