Il tempo e lo spazio. Lo spazio è quello protetto dell’ambiente domestico, di percorsi noti, della città natale, di quella frontiera emotiva che il reale affronta per farsi verità dentro di noi. Il tempo è quello della conoscenza e dell’introiezione dei fenomeni che ci circondano. Da qui parte la ricerca estetica di Flavia Rebori, nativa di Santiago del Cile e che proprio in Cile si forma presso la pontificia università cattolica.

Ho cominciato negli anni ottanta con pittura ad olio e disegno – racconta la pittrice – ma è nella leggerezza dell’acquerello che ho trovato il mio cammino. Avevo però necessità di migliorare la mia tecnica e ho avuto la fortuna di incontrare Lea Kleiner, artista, grande maestra per dieci anni e donna libera che ha insegnato, non solo a me ma a tutte le mie colleghe, ad affrontare gli stereotipi di genere nell’arte”.

I soggetti ricorrenti dell’artista sono elementi familiari e ricorrenti della quotidianità. “Non è stato facile liberarmi della mia impostazione ma capivo che c’era una guerra tra il disegno e la pittura: l’acquerello mi ha tolto questo peso e nell’acqua senza il disegno ho trovato la mia libertà. Agli inizi ho riprodotto più volte un albero in fondo alla mia strada, avevo bisogno di vederlo sentirlo, toccarlo, comprenderne i cambiamenti attraverso le stagioni per interiorizzarlo e farlo mio. E’ stata una delle mie prime serie”.

La contemplazione dunque diventa necessaria per identificare e ricostruire dentro sé il riflesso di tutto ciò che è intorno a noi. “Il soggetto è una scusa per tirare fuori ciò che hai da dire. Nella vita quotidiana cerco la mia poetica guardando ciò che mi ha attratto più volte nel tempo, trovando nuovi aspetti. Ad esempio, vicino la mia abitazione in Cile, c’è un gruppo di ortensie che ho osservato a lungo ammirandone l’ampio spettro di colori. Le ho poi messe in un vaso, spostate sotto il portico e ho lasciato che il tempo mi indicasse una direzione. Il tempo, per chi sa aspettare e vuole imparare, è a nostro favore e può portare ogni immagine all’infinito”.

Tra i soggetti dell’artista anche le vedute urbane di tante città. “Quindici anni fa ero arrivata a Venezia per trovare le nebbie di Turner ma il risultato non fu quello sperato. Iniziai così una serie di schizzi di viaggio guardando fuori dalla finestra del luogo dove alloggiavo, per dipingere in solitudine e ritrovare me stessa. Ma Venezia aveva un’altra sorpresa per me. Per caso ho trovato una vecchia bottega di carta fatta a mano che sembrava essere perfetta per la mia tecnica: lavorare la carta quando è ancora bagnata. Ho comprato un grande libro rilegato in cuoio e la proprietaria mi ha rivelato che la sua era una bottega del ‘700 che si riforniva presso una cartiera di Amalfi che utilizzava un’antica tecnica di produzione. Ancora oggi, continuo a comprare quella carta che ha un comportamento diverso da tutte le altre e si presta perfettamente ai miei lavori.

Flavia Rebori esporrà le sue opere accanto altri cinque acquerellisti nella mostra “I ghiacciai visti dall’acquerello”, a cura di Micaelina Campos, fondatrice di Fundación Casa Museo de la acuarela, di Santiago del Cile, dal 1 al 21 ottobre 2022 presso “L’escalier espace d’art” (Montreiul, París ,France). Dal 24 maggio il 2023, il Centro Culturale della Scuola Italiana di Santiago del Cile ospiterà per un mese la personale di acquerelli “Valparaiso” dedicata all’omonima città portuaria del Cile, Sudamérica. La mostra è a cura di Gabriela Castillo e il catalogo è realizzato con il contributo di Ernesto Muñoz.