Nel 1952, in occasione della sua prima personale alla Galerie Commetter di Amburgo, Herbert Beck (1920-2010)  incontra brevemente Emil Nolde (1867-1956), maestro dell’Espressionismo tedesco. Ammirando le opere di Nolde, in particolare i suoi acquarelli, Beck decide di mutare la sua tavolozza, dimenticando i toni cupi, influenzati dalla tragedia della Seconda Guerra Mondiale.

Il giovane allora studia e sceglie di riproporre in maniera unica e personale la brillantezza delle sfumature di Nolde. All’influenza di quest’ultimo su Beck è dedicata l’esposizione Emil Nolde – Herbert Beck. La forza del colore presso la fondazione Gabriele e Anna Braglia di Lugano fino al 16 dicembre. La mostra si compone di 39 opere di Nolde e 33 di Beck che partono dal nucleo di lavori di proprietà della famiglia Braglia.

Il progetto è stato reso possibile grazie alla collaborazione con la Stiftung Seebüll Ada und Emil Nolde, il Nachlass Herbert Beck, la Renate und Friedrich Johenning Stiftung, la Olbricht Collection, oltre che al prestito di collezionisti privati. L’idea di accostare il lavoro di uno dei più importanti acquarellisti del XX secolo, che di fatto non ha avuto allievi e oggi è esposto nei principali musei del mondo, a quello di un artista espressionista di seconda generazione, nasce a seguito di una fiera d’arte a Montecarlo nel 2004, dove Anna e Gabriele Braglia si sono imbattuti per la prima volta nelle miniature di Herbert Beck – di cui una selezione è in mostra – confondendole per acquarelli di Nolde.

Il giovane Beck, negli anni, ha perfezionato la tecnica del bagnato su bagnato su carta fatta a mano spessa, così da poter applicare l’acquarello in modo denso e ottenere una colorazione intensa e luminosa.