Il poeta statunitense Thomas Stearns Eliot in forma lirica soffermandosi sul concetto di luminosità indicava come fosse “il ricordo visibile di una luce invisibile”.

Lo scultore romeno Giulian Dumitriu con il ciclo “the other reality” sta cercando di ottenere e creare una fonte di lux in aree della scultura notoriamente buie. Lavorando all’interno delle sue creazioni, idea a livello manuale una superficie specchiante atta a catturare e trasmettere luce, grazie a delle aperture presenti nel modulo.

Giulian Dumitriu, Adela 2018

In questo modo, sia dall’interno e sia dall’esterno, la scultura bronzea crea effetti cinetici di movimento attraverso il variare dei punti di vista con continui giochi d’ombra. Dimitriu ottiene così una sorta d’illusione ottica, che fornisce alle sue opere una vitalità inusuale perché va a creare, attraverso la lavorazione, un involucro grezzo che letteralmente s’incendia irradiando infinite specchiature: una sorta di roccia lavica che si solidifica al di fuori di un cratere vulcanico lungo una colata.

Giulian Dumitriu, Inner Energy

L’artista, nativo di Moinesti, ha creato anche due concept sempre legati alla scultura: uno dedicato alla moda e un secondo al ricordo che lasceremo ai posteri. Nella prima tematica, “fashion age”, busti in alluminio e bronzo posano come in una sfilata, in modo quasi irriverente, assieme ad un oggetto che li contraddistingue come per esempio una collana o una sciarpa, mentre nella seconda denominata “archeology of the future” lo scultore si pone il quesito sull’archeologia futura pensando a reperti attuali creati dall’uomo però proiettati a secoli in divenire.

Giulian Dimitriu, in un pensiero creativo, propone opere che da un lato ripercorrono lo studio delle forme e della luce, dall’altro entra in una giocosità creativa ironizzando con qualità su stereotipi contemporanei.