La scrittrice Isabel Allende ha probabilmente colto una delle principali essenze dell’arte fotografica, indicando come

“una bella fotografia racconta una storia, rivela un luogo, un evento, uno stato d’animo …”.

Riccardo Aichner nei suoi scatti sta cercando di proporre proprio questo concetto, ponendo l’uomo attore principale attraverso situazioni transitorie, che connotano il nostro agire nel pianeta Terra: creare, distruggere, aspettare, amare.

Riccardo Aichner, waiting for heaven

Osservando in sequenza le sue fotografie, si può costatare come le differenti tematiche colte vadano ad arricchire un’azione, che parte essenzialmente dall’essere  umano. Lungo i suoi viaggi e le permanenze estere, Aichner fotografa e testimonia piccoli segreti, raccontando storie all’interno delle rispettive ambientazioni a lui svelate. Tra strade e sentieri di qualsiasi località riesce a cogliere persone e cose, vedendole in anticipo rispetto all’azione fotografica.

Non smettendo mai di guardare, scopre frammenti di mondo che nell’instabilità contemporanea possono a distanza di poco tempo scomparire per sempre. Aichner blocca nelle sue scene delle storie dalla valenza diversa, in accordo al suo gusto e alla situazione in cui si trova a partecipare.

I ritratti umani sottintendono delle realtà sempre divise tra felicità, incredulità e dramma che, da una visione esterna, possono solo far intuire.

I soggetti carpiti appaiono sospesi e pronti ad aspettare qualcosa che potrà accadere, tanto da fare assumere al contesto un semplice significato coreografico.

Riccardo Aichner , resurrecturis

Partendo dal titolo dell’esposizione in Lituania, Aichner attraverso quattro apparenti semplici passaggi, evidenzia la nostra essenza dal mondo che ci ospita oramai da millenni. Grazie alla mano dell’uomo, le costruzioni identificano sovrapposizioni e giochi prospettici per un’umanità mai ferma. Le distruzioni sono dedicate al mondo animale che viene utilizzato come cibo perché, presentati dopo l’uccisione o pronti per essere mangiati nei piatti, diventano metafora di rigenerazione vitale, da un individuo a un altro.

La serie denominata “Ressurrecturis” parte dall’idea dell’artista che anche gli animali possano possedere una sorta di anima, pronta a risorgere come quella dell’uomo verso qualcosa di trascendentale o comunque verso altre forme vitali. Le attese e gli affetti sono le ultime fasi della personale dinamica fotografica, dedicata principalmente a noi che amiamo, odiamo e in sintesi viviamo.

Nella vasta produzione fotografica che dispone il maestro, fatta anche di reportage in collaborazione a istituzioni internazionali, elementi quali luce e tempo scandiscono e rendono d’effetto le sue opere in ogni istante. Infatti, al di là di saper cogliere il momento, parafrasando il filosofo ed economista del Regno Unito John Stuart Mill, le immagini scattate da Riccardo Aichner sono “una breve complicità tra la preveggenza e il caso”.