Il campo da tennis “entra”, nel vero senso della parola, a Torino negli spazi di Camera, Centro Italiano per la Fotografia – prima, durante e dopo le Nitto ATP Finals, tenutesi nel novembre scorso -, con un focus insolitamente dedicato al pubblico.

Una vera rete è tesa nella sala espositiva 6, mentre a parete spiccano i ritratti degli spettatori colti da Martin Parr in atto osannante nei confronti dei loro campioni. Incrociando i loro sguardi con quelli dei visitatori della mostra, rompono l’illusione scenica e stabiliscono una stretta relazione fra quanto fotograficamente rappresentato e la realtà tangibile del campo, ricostruito negli interni di Camera.

PORTRAIT OF MARTIN PARR AT US
OPEN BY LOUIS LITTLE, NEW YORK,
USA, 2017
PORTRAIT OF MARTIN PARR AT US
OPEN BY LOUIS LITTLE, NEW YORK,
USA, 2017

Con la sua consueta ironia, dal 2014 in poi il fotografo inglese Martin Parr ha infatti immortalato nei tornei del Grande Slam (Australian Open a Melbourne; Open di Francia a Parigi; Torneo di Wimbledon a Londra; US Open di New York) emozioni, goffaggini, fanatismi, follie – senza lesinare tratti grotteschi e caricaturali – delle folle in preda all’estasi provocata dalla vista degli atleti più amati e dalle loro prestazioni in campo.

O semplicemente eccitate dalla consapevolezza di far parte di un rito collettivo, in occasione del quale va dato sfoggio di ogni genere di eccentricità, per esaltare la propria presenza nei “templi” di cerimonie epocali.

Martin Parr a Torino

Fra i più noti fotografi di Magnum Photos (ne è stato anche presidente dal 2013 al 2017), anima della Martin Parr Foundation di Bristol, che ne gestisce lo smisurato archivio, Parr è divenuto, non a caso, uno dei miti dell’obiettivo contemporaneo.

A Torino ha sicuramente trovato una sede museale ideale presso Camera, spazio votato alla fotografia, che dal 2015, sotto la direzione di Walter Guadagnini, presenta rassegne di particolare interesse. Oggi, in questa particolare occasione espositiva, “Martin Parr. We ? Sports” (a cura di Walter Guadagnini e Monica Poggi, fino 13 febbraio 2022), viene dunque offerta la selezione di 150 scatti eseguiti dal maestro – e diventati immediatamente icone del nostro tempo -, che non riguardano solo il tennis, ma anche l’equitazione, il cricket, il calcio.

Il prestigioso catalogo “Match Point. Tennis by Martin Parr” edito da Phaidon – scelto per accompagnare la mostra – include, peraltro, 80 fotografie, di cui alcune inedite, tutte scattate in occasione dei prestigiosi tornei del Grande Slam. L’introduzione è firmata da Sabina Jaskot-Gill, curatrice alla National Portrait Gallery di Londra.

Martin-Parr-ROLAND-GARROS-PARIS-FRANCE
Martin Parr – ROLAND-GARROS, PARIS, FRANCE 2016

LA MOSTRA

L’iter espositivo prende dunque avvio da una serie di immagini in bianco e nero d’epoca thatcheriana, che ritraggono gli eleganti spettatori di corse ippiche in Irlanda  con interessanti annotazioni di costume, come i cultori di Tai Chi colti in abiti dimessi per le vie di Shangai, per poi concludersi con alcune recenti impressioni a colori giocate sul tema balneare, ovvero dedicate al meritato riposo conquistato in spiaggia da alcuni stravaganti personaggi.

Francesca Lavazza, Board Member Lavazza Group, che ha sostenuto Camera fin dal suo nascere, precisa: “Apprezzo da anni il lavoro di Martin Parr, avendo collaborato con lui dal 2008 a un progetto che raccontava la colazione degli italiani.

La sua visione del mondo, che vuole fotografare la vita ‘così com’è’, è estremamente efficace. Ho amato immediatamente il suo sguardo ironico e personale, il suo stile sincero e immediato, il suo realismo intransigente, ma positivo”. All’interno del percorso, non poteva che giocare un ruolo di rilievo anche il calcio, cui è riservata una sezione a sé.

Qui prendono rilievo anche i legami che da tempo il fotografo ha stretto con il mondo del cinema. Ispirate alla settima arte, e, in particolare, a Fever Pitch, cult movie diretto nel 1997 da David Evans e interpretato da Colin Firth, le immagini che documentano l’incontenibile esultanza dei tifosi manifestata dagli spalti del mondo, in nome di un coinvolgimento fisico e psicologico sotto ogni aspetto totalizzante.