Passionale, dissacrante, maestro della commedia con un retrogusto amaro, Pedro Almodovar è il regista più popolare del cinema spagnolo, ma anche internazionale dopo il successo planetario di “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”, suo film- icona, e l’Oscar con “Tutto su mia madre” e “Parla con lei”.
Il suo ultimo lavoro, ” Madres paralelas” ha aperto la78° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia e fatto guadagnare la Coppa Volpi, come migliore attrice, ad una splendida Penelope Cruz. La musa del cineasta definito Pop art non poteva, dopo sette collaborazioni, non dedicare questo premio al suo pigmalione e amicoche, ancora una volta, prende in esame l’universo femminile, ma sotto una prospettiva totalmente diversa.
E altrettanto avvincente. Il tutto nella cornice di una delle pagine più cupe della storia spagnola: quella dei desaparecidos e del più illustre di loro, Federico Garcia Lorca, che ha ispirato fortemente le opere, soprattutto giovanili, di Pedro. E mentre Almodovar sta lavorando al suo prossimo successo con la cura del dettaglio e la totale diponibilità che lo rendono così prezioso agli occhi dei collaboratori, Penelope attende una sua telefonata…
Cosa le piace del suo lavoro?
“La possibilità di andare fino in fondo, di cercare la verità al di là di ogni opportunismo o reticenza. Il lato negativo è, invece, l’ incertezza. Un regista non può mai essere sicuro del fatto che il suo prossimo lavoro andrà bene: il successo di un film è legato ad una serie di fattori insondabili che prescindono dalle capacità, dall’esperienza e dall’abilità narratoria di chi lo dirige”
La sua ultima opera è popolata da madri imperfette, diverse da quelle che, generalmente, propone nelle sue pellicole…Qual è la ragione di tale cambiamento?
“In questa fase della mia vita mi interessano maggiormente le madri che vivono periodi difficili e si differenziano da quelle più ispirate, quasi onnipotenti,
dei precedenti film. Quest’ ultimo modello si avvicina di più a mia madre e alle figure femminili che mi hanno sempre circondato. Il personaggio di Penelope in
” Madres paralelas”, Janis, ha rappresentato una vera e propria novità per me:
una personalità complessa, ma molto interessante. Si tratta di una fotografa affermata che cerca la verità sulla morte del nonno ( uno dei 140 mila desaparecidos di cui si sono perse le tracce), ma anche lei conserva un segreto e si tricera dietro il silenzio. Quello di tanti durante la dittatura franchista”
Oltre a Janis ed Ana (interpretata dalla giovane Milena Smit) , la terza protagoniosta del suo film è la memoria storica che si ripropone di restituire giustizia e dignità alle vittime del regime…
“La società iberica ha un debito enorme nei confronti dei desaparecidos, strappati alle loro vite e sepolti in fosse comuni nel più totale oblio. Sono molto sensibile a questo tema che la Spagna, dopo 85 anni, non può continuare ad ignorare”
Come ha pensato di inserirlo in “Madres paralelas”?
“Quando abbiamo iniziato a lavorare al film, non si parlava di questo argomento se non grazie ad una legge( incompleta) del 2007 o su iniziativa dei privati. Ho deciso, quindi, di inserirlo nella mia storia al fine di dare visibilità alla questione affinchè le vittime e le loro famiglie possano conoscere la verità e ricevere la dignità di cui sono state private. Solo così questa ferita ancora aperta potrà rimarginarsi”
Qual è, a suo avviso, la ragione di questo silenzio?
“Durante la dittatura le persone erano terrorizzate: si trattava di una paura patologica. Nella mia famiglia, ad esempio, non si parlava mai della guerra civile. Era un trauma”
E in seguito?
“Dopo l’arrivo della democrazia, nel 1978, il problema degli “invisibili” avrebbe dovuto essere affrontato, ma non è stato così. Ci si è dimenticati dei morti nelle fosse e li si è condannati alla non esistenza. Siamo arrivati alla generazione dei nipoti e dei pronipoti prima di chiedere la riesumazione”
Nel film si parla anche di un simbolo nazionale come Federico Garcia Lorca…
“Questo grande poeta è stato il nostro desaparecidos più ilustre: per questo appare nel film. E’ sempre stato fonte di ispirazione per me, fin dagli anni ’70 quando ho iniziato a dedicarmi alla regia, realizzando delle opere in Super 8. E’ incredibile come la Spagna non si sia preoccupata di cercare il suo corpo, ma il nostro paese ha un pessimo rapporto con la memoria storica”
Questa fatica a guardare indietro ha delle ripercussioni anche nel cinema?
“Purtroppo sì: risulta molto difficile realizzare dei film su problemi che riguardino il passato e che siano radicati nella nostra società”
Con questa pellicola incorrerà nelle ire di chi nega l’esistenza dei desaparecidos… E’ preparato?
“Cancellare la memoria storica è un insulto alle vittime e a noi stessi. Sono consapevole del fatto che il film sarà criticato dai negazionisti, ma ho deciso di ignorarli. Le nostre posizioni sono totalmente inconciliabili e non entrarò in polemica con loro”
Sente delle affinità con l’Italia? E se sì quali?
” Avverto grande vicinanza con la cultura del vostro paese, verso cucina, musica e cinema in particolare. Il primo aspetto, ovvero la buona tavola, è per me essenziale; la musica italiana degli anni 60′-70′ è stata la colonna sonora della mia vita e di molti miei film, il cinema del neorealismo, infine, ha avuto grande peso nella mia formazione artistica”
Parliamo del suo rapporto con Penelope Cruz…
“E’ un’amica speciale e un’attrice straordianaria che, in quest’ultimo ruolo, ha dato il massimo. Non è mai insistente e non mi assilla , ma so che, quando sto lavorando ad un nuovo film, spera ci sia un personaggio con le sue caratteristiche e aspetta con ansia una mia telefonata. Confesso che, mentre scrivo un soggetto, non posso non pensare a lei perchè, oltre alle innegabili doti artistiche, so che ci comprendiamo al volo e parliamo lo stesso linguaggio. Sono un regista esigente, ma Penelope si impegna senza riserve e lavora sodo. Ma soprattutto ha una fiducia cieca in me e questo mi infonde sicurezza”
Qual è stato il modus operandi in “Madres Paralelas”?
“Reputavo essenziale lavorare sull’interpretazione. Per questo, prima di girare, abbiamo letto più volte la sceneggiatura. Ciò non significa che poi, sul set, non accada nulla di imprevisto e non ci si debba adattare alle circostanze, ma tra me e Penelope avviene sempre in modo molto naturale. E’ il risultato dell’esperienza e dell’ affinità tra noi”