L’India è un subcontinente che fin dall’antichità ha suscitato magia e mistero. Un paese che tra anacronismi contemporanei affascina sempre il visitatore.

Lo scrittore italiano Alberto Moravia indicò come questa nazione abbia

“una concezione della vita secondo la quale tutto ciò che sembra reale non è reale e tutto ciò che non sembra reale è reale”.

Tra le regioni più coinvolgenti il Rajasthan ha sempre unito insieme contaminazioni culturali per la sua posizione geografica. Di conseguenza il costante interscambio ha permesso l’assimilazione di stili diversi nella musica, nell’artigianato, nell’architettura, nel commercio e nella conoscenza.

Carlo Martorell, considerato a livello internazionale uno tra i più celebri P. R. della Spagna avendo collaborato con i più importanti marchi e personaggi di rilevanza mondiale

nel 1974 trascorse due mesi in Rajasthan: una terra sempre da lui apprezzata e amata. Durante questo soggiorno scattò diverse foto che oggi, a distanza di quarantaquattro anni, sono esposte al centro polivalente Club Diario de Ibiza nella mostra “Rajasthan 1974, India. Foto sobre lienzo de Carlos Martorell”, dal 17 al 31/7/2018.

Trenta foto su tela testimoniano la sua passione per quest’area geografica attraverso scorci, paesaggi, persone anziane, architetture, scene e istanti di vita quotidiana in momenti che oggi ci evidenziano un’India passata ma viva ancora oggi. Le fotografie di Martorell non essendo turistiche dimostrano una sensibilità artistica, perché ha cercato di evidenziare e carpire in esse una spiritualità autoctona.

Dal passato al presente si percepisce come il tempo vissuto, impresso nella pellicola, sia uno strumento intimo e trascendentale atto a unire periodi diversi della sua vita. Una documentazione dedicata a una terra sempre ricca di contrasti, che all’epoca era meno globalizzata di oggi pur evidenziando anacronismi visibili ancora oggi.

Le foto di Carlos Martorell intellettualmente indicano nelle loro sequenze d’immagini, quanto approfondito dallo scrittore italiano Tiziano Terzani: “in India ci si adatta, si accetta e presto si entra in quella logica per cui niente è davvero drammatico, niente è terribilmente importante”.