Agron Hoti è nato in Albania nel 1970 e fin da ragazzino si contraddistingue per il talento artistico. La sua esistenza è stata turbolenta e avventurosa: nel 1992, si stabilisce in Grecia, dove abita per una decina d’anni e realizza icone bizantine.
Successivamente, su di un motoscafo clandestino, giunge in Italia e sceglie di sistemarsi a Verona, dove apre il suo studio e la sua galleria. Alla sua ricerca pittorica si interessa anche il critico Philippe Daverio. Il 16 dicembre inaugurerà una sua nuova mostra personale, nella quale sarà possibile ammirare una selezione dei suoi lavori principali.
Ad oggi è un artista informale, che crea fantastiche composizioni, giocate sul sogno, la meraviglia e la sorpresa, con cui realizza anche performance di arte pubblica. Il colore e il gesto dominano la sua poetica, così come un raffinato e ricercato senso dell’equilibrio, per cui nessuna goccia del suo dripping variopinto è fuori posto, ma collocata nel punto migliore in cui avrebbe potuto trovarsi (Astratto, 2021).
La serie delle Eclissi può ricordare le Lune di Giulio Turcato e la sua poesia. Il maestro diceva che “l’artista è un astronauta che lavora con l’immaginazione”, una frase che ben si adatta anche a questi dipinti di Hoti. E ancora i collage, in cui omaggia il mondo dei fumetti e dei cartoon, realizzando composizioni dinamiche e cromatiche, che ci fanno pensare anche al Nouveau Réalisme. In esse non è difficile riconoscere gli amati personaggi della Disney o della Warner Bros.