Terry M. Boyd è un artista statunitense multipiattaforma che esplora la mente umana attraverso opere di Performance Art, Pattern Art e Fiber Art.
Nato e cresciuto a Pittsburgh, in Pennsylvania, inizia la sua formazione artistica frequentando i corsi del Carnegie Mellon Pre-College Art Program e della Pennsylvania Governor’s School for the Arts. Anche grazie all’attività svolta nell’ambito di questi corsi, riesce a ottenere la borsa di studio “Andrew Carnegie” presso la Carnegie Mellon University, dove studia pittura, disegno, contextual practice ed electronic time-based media.
Immediatamente prima del terzo anno di università, Terry M. Boyd viene colpito dalla tragedia della morte del padre, ma riesce a “mettere il dolore in secondo piano” e a terminare gli studi, conseguendo una laurea triennale in Belle Arti (Bachelor of Fine Arts).
Al momento della laurea, il dolore riemerge e Terry M. Boyd si rende conto di non poter più fare arte. Prosegue quindi gli studi conseguendo una laurea magistrale in Data Marketing e Strategia Digitale (Master in Data Marketing and Digital Strategy) e inizia a lavorare in un’agenzia pubblicitaria.
“Avevo il morale a terra,” ricorda l’artista. “Guadagnavo bene, ma la mia vita non aveva un vero scopo.” Terry M. Boyd ricomincia a fare arte su consiglio di un terapeuta, che alla sua domanda “Gli ho chiesto: “Su che cosa faccio arte, se non ho nulla da dire?” gli consiglia di riprendere in mano i suoi vecchi album di schizzi.
Così, Boyd apre la prima pagina vuota nell’ultimo dei suoi album e inizia a realizzare un disegno al tratto.
“Mi diedi solo il compito di lavorare da sinistra a destra, e dall’alto verso il basso…con l’unica intenzione di creare un’opera visiva, e alla fine è venuto fuori qualcosa di bello a livello visivo e, credo, anche a livello emotivo.”
Dopo due anni trascorsi a creare questi disegni, Boyd si accorge che assomigliano alle cuciture a zig-zag fatte da una macchina da cucire, e perciò decide di svilupparli su fibra tessile, utilizzandola seguente tecnica: passa in digitale i disegni attraverso un software da lui ideato e poi li ricama a macchina su tela di lino. La fibra tessile, con le sue connotazioni di calore e amorevolezza, diviene così una metafora che, rispetto alla freddezza dei disegni al tratto, gli consente di rendere meglio il significato che vuole esprimere.
Boyd è diventato uno dei pochi artisti di sesso maschile che lavorano la fibra tessile, mezzo espressivo tipicamente femminile. “È quello di cui volevano sempre parlare tutti,” dice. “Mi chiedevano che cosa stavo cercando di dire sui ruoli di genere legati a quel materiale”. Il desiderio di sottrarsi a questo tipo di conversazioni lo porta a sviluppare delle pièce di performance art utilizzando arco, freccia e filo.
“Mi sono detto, ‘Bene, se non la smettono di parlare di questioni di genere, farò il progetto di cucito più virile che riesco a fare’. E così ho iniziato a legare del filo all’estremità di un arco e… a scagliarlo attraverso queste grandi sculture simili a tessuto, per creare una versione esagerata, pericolosa e più maschile del cucito.”
Al momento, la sua attività si concentra sui ritratti, che egli vede come una forma di pittura realizzata utilizzando la tecnica del ricamo. “Si tratta di disegni di cui faccio delle fotografie che traduco in digitale per vedere come vengono interpretate dal computer. Ho un approc- cio molto ‘da robot’ quando si tratta di riflettere sulle cose, e così ho pensato ‘Perché non insegnare a una macchina a vedere che aspetto ha un umano?”
I suoi ritratti lo aiutano inoltre a ristabilire delle connessioni con le persone che fanno parte della sua vita, frenando la sua tendenza, acquisita negli anni di lavoro come consulente digitale, a considerare ogni interazione in termini di “costo opportunità.”
“Mi capita di avere la sensazione che se esco con gli amici, non sto realizzando il mio scopo,” dice Boyd, a cui sembra di dover fare arte in qualsiasi momento poiché è ciò che lo rende diverso da chiunque altro.
“Questa serie di opere parla di come superare quel modo di vivere le cose, di come essere di nuovo umano,” afferma Boyd. “Mi dà una scusa per stabilire un rapporto con le persone e riportarle nella mia vita.”