Ha “soltanto“ poco più di trecento opere ma è uno dei musei più famosi e visitati del mondo. E’ la Peggy Guggenheim Collection di Venezia che, con una bellissima mostra, tributa un significativo omaggio a quel rapporto unico e intenso che si instaurò tra la collezionista, gallerista e mecenate americana e la Città dei Dogi.
Della quale Peggy scrisse:
“Decisi che Venezia sarebbe stata la mia patria futura: l’avevo sempre amata più di ogni altro posto su questa terra e sentii che lì da sola sarei stata felice”.
E così, dopo Parigi, Londra e New York, vi trascorse gli ultimi trent’anni della sua vita, nel celebre e “ incompiuto” Palazzo Venier dei Leoni, sul Canal Grande.
La mostra “Peggy Guggenheim. L’ultima Dogaressa” a cura di Karole P. B. Vail, direttrice della Collezione, e con Gražina Subelytė, Assistant Curator, chiude alla grande un anno che ha commemorato altre due importanti ricorrenze: i 70 anni dalla prima mostra di scultura contemporanea realizzata da Peggy a Palazzo Venier dei Leoni, e i 40 anni dalla sua scomparsa, il 23 dicembre del 1979.
L’appellativo di Dogaressa, ricorda Karole P. B. Vail in catalogo, le fu coniato in occasione dell’80° compleanno, in riconoscimento di ciò che fece costituendo una delle raccolte d’arte più importanti del Novecento. La mostra, che rimarrà aperta sino al 27 gennaio 2020, espone una
sessantina di opere, tra dipinti, sculture e lavori su carta, collezionate da Peggy Guggenheim nell’arco della sua vita veneziana.
Fra i tanti capolavori esposti, spiccano “L’impero della luce” di René Magritte, “Studio per scimpanzé” di Francis Bacon e la “Scatola in una valigia” realizzata da Marcel Duchamp nel 1941 proprio per Peggy ed esposta nella sua interezza in via eccezionale per la sua delicatezza, dopo un accurato restauro.
Particolarmente significativi i dipinti di Jackson Pollock, del quale organizzò la prima personale in Europa nel 1950 nell’Ala napoleonica di Piazza San Marco. Fra gli artisti italiani Tancredi
Parmeggiani, Emilio Vedova ed Edmondo Bacci, oltre a maestri dell’optical art quali Marina Apollonio, Alberto Biasi, Manfredo Massironi e Franco Costalonga, recentemente scomparso, e Heinz Mack e Victor Vasarely.
Per sottolineare l’amore che Peggy ha avuto per la città lagunare, il museo sarà aperto gratuitamente ai residenti dei 44 comuni della Città metropolitana di Venezia tutti i giovedì dalle 10 alle 18, sino al 23 gennaio 2020.