Passeggiata nelle fiabesche Terre dei Cahen
Incastonato tra le rocce più antiche della Tuscia, sotto il castello di Torre Alfina lungo un percorso roccioso ai piedi di alberi secolari, si sviluppa il Bosco del Sasseto, Monumento Naturale dell’Alta Tuscia Viterbese e luogo dall’inestimabile valore naturalistico, storico e soprattutto emozionale.
Il nome del bosco si deve ai tanti massi lavici originati da un antico vulcano. Tra i massi sono cresciuti alberi centenari alti oltre 25 metri e con diametri superiori al metro. Il luogo vanta una atmosfera particolare grazie alle radici contorte che cercano le profondità della terra attraverso grandi massi vulcanici, verdi di muschi, felci di varie specie che ricoprono le rocce e si arrampicano su enormi tronchi e rami ornandoli di fronde lucide e verdissime, alberi danzanti e un ricco sottobosco, che in primavera dispensa molteplici fioriture.
Incanto e magia corrono tra i sentieri sassosi di questo bosco delle fiabe che offre ai suoi ospiti un’esperienza e un’atmosfera unica. Un bosco monumentale, un gioiello di diversità forestale atipico nella regione Lazio, un luogo meraviglioso e fatato dove portare senza dubbio i bambini e dove riscoprirsi bambini e lasciarsi avvolgere da un’aria fiabesca e suggestiva.
“Il Sasseto non è un bosco qualsiasi. Basta entrare sotto la sua volta cupa, fare pochi passi tra i grandi tronchi centenari per capire subito che qui la natura esprime una forza antica e misteriosa.” Scrive il National Geographic. E prosegue “Tutto suggerisce rigoglio e vitalità indomita e forte è l’impressione di trovarsi nel bel mezzo di una lussureggiante foresta tropicale, invece che in un bosco dell’Alta Tuscia.”
Il Bosco del Sasseto, o “Bosco di Biancaneve”, un tempo era selva oscura e selvaggia: oggi è una foresta dall’elevatissimo grado di biodiversità. Non solo questo però è il Bosco del Sasseto. Esso è anche un documento storico indissolubilmente legato alle vicende del Castello di Torre Alfina.
Torre Alfina è un piccolo borgo dominato da un imponente castello: 1300 anni di storia, affreschi, statue, marmi e mobili antichi: con le sue stradine pittoresche e case in pietra crea un’atmosfera d’altri tempi. Situata a 602 metri s.l. del mare, posta sull’altopiano dell’Alfina è punto caratteristico tri confinale fra Umbria, Lazio e Toscana.
Il castello, forte delle sue maestose torri merlate rivestite in pietra scura, possente e imperioso, è indiscutibilmente una delle più belle e affascinanti dimore storiche presenti sul territorio umbro-tosco-laziale. La storia del borgo di Torre Alfina, con le abitazioni che si attorcigliano intorno al castello, è un tutt’uno con quest’ultimo, che nasce nell’alto Medioevo attorno ad una torre di avvistamento già esistente. Sfuggono del tutto le circostanze delle origini del castello, ma la posizione strategica a guardia di importanti vie di comunicazione, che attraversano anticamente il territorio, ne indica la funzione difensiva in un sistema facente capo a Orvieto. Una cronaca del ‘500 fa risalire la fondazione della prima torre detta “del Cassero” all’VIII secolo, ma le prime testimonianze documentarie compaiono nel Duecento.
Il palazzo è stato dimora di diversi signori, a partire dai Risentii (secolo XIII), passando per i Monaldeschi di Orvieto e i marchesi Bourbon del Monte, fino alla fine del 1800 quando tutte le proprietà signorili vengono acquistate dal Conte Edoardo Cahen, che si fregia del titolo di Marchese di Torre Alfina. Il conte fa ristrutturare completamente il castello e si fa seppellire nell’amato bosco-giardino del Sasseto in una tomba-mausoleo realizzata nello stesso stile neogotico del castello in una radura all’interno della foresta. Completa l’opera il figlio di Edoardo, Teofilo Rodolfo, arredando il castello con estrema ricercatezza. Passato di mano per eredità nel 1959, il castello viene acquistato da Alfredo Baroli, passando poi al discusso Luciano Gaucci. In seguito al fallimento del Perugia il Castello è stato pignorato e messo all’asta. In attesa di un nuovo compratore è stato affittato alla famiglia di ristoratori romana Boscolo.
Per completare in bellezza la visita si consiglia una fermata nel Museo del Fiore, piccolo museo naturalistico nei boschi della Riserva Naturale Monte Rufeno. Dai giochi all’erbario, dai laboratori al sentiero tematico, ogni suo spazio, interno o esterno, è dedicato alle tante chiavi di lettura con cui si può affrontare il tema dei fiori e delle mille relazioni che questi intrecciano con il resto del mondo vivente.
Curiosità
- Il Bosco del Sasseto è stato utilizzato come location del film “Il racconto dei racconti” di M. Garrone.
- Il Bosco del Sasseto è stato inserito tra i 20 “luoghi incantati” d’Italia e sul prestigioso Swide, il magazine del lusso di Dolce&Gabbana
- Il Sasseto, per la sua elevatissima diversità di specie e per la veneranda età dei suoi esemplari arborei, è un’area di rilevante valore vegetazionale, Bosco Monumentale, sito di interesse comunitario (SIC) e zona di protezione speciale (ZPS).
- Il bosco, in qualità di Monumento Naturale, dal 2006 è un’area protetta e recentemente tutto il complesso è stato compreso nella rete regionale delle dimore storiche.
- Il bosco e il giardino storico sono di proprietà del Comune di Acquapendente e ricoprono una superficie complessiva di 61 ettari.
- Il minuscolo bordo di Torre Alfina è annoverato tra “I borghi più belli d’Italia”
Informazioni
Si può accedere al Bosco del Sasseto su prenotazione con biglietto di ingresso, comprensivo della visita al vicino Museo del Fiore.
Per ragioni di tutela la visita al bosco avviene esclusivamente con accompagnamento e dura circa due ore.
Biglietteria Bosco del Sasseto
Piazzale Sant’Angelo 19 – Torre Alfina