Riprendendo il pensiero dell’autore francese André Gide secondo cui lo scultore “pensa in marmo”, oggi, senza alcun dubbio, questo potrebbe diventare un motto per Gustavo Vélez.
Classe 1975, lo scultore colombiano ha trovato nella città di Pietrasanta un’opportunità creativa unica: imparare, approfondire ed eseguire opere scultoree in marmo. Questa materia unica e affascinante assume valenze di forza e fragilità per una magica antitesi, ma simultaneamente unione.
Proprio nella città toscana ha acquisito una maestria artistica atta a nobilitare i personali pensieri creativi. Inizialmente percorrendo la figurazione, nel tempo Vélez ha preferito orientare le sue idee espressive verso forme astratte.
Partendo dall’approccio di Constantin Brâncuși, per il quale “l’architettura è una scultura abitata”, il maestro sud americano elabora opere dalle traiettorie ardite lungo un infinito retto da una composizione libera.Linee sinuose, dolci nella presenza ma concettualmente forti, determinano forme che reggono all’aria aperta e sull’aperta natura, parafrasando così una considerazione di Joan Mirò.
Gustavo Vélez, dunque, svincola le geometrie e i rapporti inerenti ad esse per unire idealmente cielo e terra.
Laddove il marmo generi elevatezza e raffinatezza, il bronzo e l’acciaio entrano maggiormente in contatto alla realtà ospitante. Infatti la luce diventa un fattore variabile utile a modificare le percezioni dello spettatore che si pone innanzi. Pur non essendovi un intervento dell’artista nel e sullo spazio, le sue opere, all’interno o all’esterno, originano armonie ricche di vitalità.
Elementi caratterizzanti tutto quello che è nell’ambiente, molteplici stati d’animo, enigmi psicologici, pure geometrie in divenire, combinazioni alterne di sentimenti sono tutti spunti di riflessione che Vélez traduce artisticamente in creazioni astratte utili a indagare paradigmi universali.Tendenzialmente senza una fine, le sculture nei materiali di marmo, bronzo e acciaio permettono a Vélez un dialogo sinergico per concettualità che si plasmano oltre l’infinito, entrando in un universo ancora inesplorato.