Gino Dalle Luche nasce nel ‘61 a Massa, ai piedi del Castello Malaspina nel paese La Rocca. Per chi conosce questi luoghi, nei quali il paesaggio naturale è talmente stupefacente da togliere il fiato, è naturale comprendere il desiderio che deve aver animato, in giovane età, la necessità di Dalle Luche, di narrarlo, di raccontarlo e celebrarlo attraverso la pittura.

Il suo è un sentimento forte, solitario e profondo che lo accompagna da sempre.

Bosco e natura, rifugi istintivi dell’uomo, assumono nelle sue opere un valore simbolico, frutto di una riflessione filosofica interiore, quasi spirituale. Per lui la natura non rappresenta la fuga, il totale isolamento e neppure la voglia di restare distante dal nostro tempo.

È bensì il rifugio reale per un riorientamento, il luogo privilegiato per una visione delle cose scevra da sovrastrutture. La contemplazione di ciò che il mondo è da sempre, con o senza di noi, Gino Dalle Luche la declina con la sua arte ad uno studio sull’esistenza umana. Tutto il suo lavoro sembra essere finalizzato a riconsiderare le idee di una natura e di un mondo antecedenti alla manomissione esercitata sull’ambiente dell’uomo.

Gino Dalle Luche, in viaggio, 2018, acrylic on canvas, cm 150 x 70 x 4,5

E badate bene, non si tratta di un sentimento ecologista, ma di un monito rivolto all’umanità intera di riprendersi la vita nell’avvertimento del suo legame con le origini, così recuperando le radici della nostra libertà quale condizione dell’agire tesa a ricominciare da noi stessi, dalle nostre potenzialità di esistenza e di valore.

Al silenzio, l’artista massese aggiunge la bellezza, che rende i suoi dipinti sempre più metaforici e spirituali, illuminando l’osservatore che essere artista significa anticipare il mondo di domani: distinguiamo gli alberi, le foglie e il futuro dall’avvenire e capiamo che il domani non può che essere meglio dell’oggi. Sue opere sono state esposte, oltre che in Italia, a Londra e Dubrovnik e nel 2020 saranno esposte a Dubai in occasione di EXPO.