Nel secolo scorso il movimento artistico dell’Espressionismo, restando in ambito figurativo, ha creato e svelato i sentimenti dell’umanità. Emozioni e sensazioni che nelle Belle Arti trovarono nuove forme di espressione rispetto a quanto precedentemente proposto.
L’artista svizzero Philippe Thélin (Losanna, 1950) nel suo personale iter artistico avverte proprio questo: una forte volontà di esprimere tutto ciò che la società sente, partendo proprio dalle percezioni che lo stesso Maestro riceve a partire dal suo stato d’animo.
Una pittura “Sturm und Drang” all’interno della quale tutti i sentimenti si trasferiscono sull’oggetto da rappresentare, perché l’interiorità profonda dell’animo umano viene tracciata costantemente. Una pittura che indaga tutto ciò che viene avvertito e sentito, attraverso l’interiorità. Proprio nell’affermazione di Ernst Ludwig Kirchner, “i miei dipinti sono allegorie, non ritratti”, ruota tutta la poetica dell’e spressionismo e di conseguenza del pittore Thélin.
Una continua lotta determinata da profonde emozioni, nasce in lunghi silenzi compositivi, perché il maestro svizzero trova in essi quell’essenza che gli permette un aiuto nel svelare il vero colore e il vero stile brutale che determina la realtà.
Una tempesta e un assalto interiore pervade nei suoi lavori all’interno di paesaggi, nature morte, ritratti, fiori e autoritratti. Nulla è stucchevole o compiacente in quanto le opere di Philippe Thélin sono vere, crude, forti sempre atte a scuotere ma nello stesso tempo a denunciare un animo collettivo perturbato da infinite situazioni emotive, positive o negative che esse siano.
In sintesi Thélin, come scrisse lo scrittore tedesco Kasimir Edschmid, nella pittura espressionista trova “un’esigenza dello spirito” in quanto “non è un programma di stile. È un problema dell’anima. È cosa dell’umanità”.