Vissuta negli Usa (Sun Praire 1887 – Santa Fe 1986) Georgia O’Keefee affermò con convinzione di credere nell’essere una dei migliori pittori in assoluto, sebbene gli uomini la ponessero come una delle migliori pittrici. Dunque una finezza verbale molto forte, considerando che il termine painter indica contemporaneamente in inglese il maschile/femminile.

GIANFRANCO GORGONI – GEORGIA O’KEEFFE, ABIQUIU, NEW MEXICO 1974

Il debutto della O’Keefee avvenne proprio cento anni fa a New York alla 291 Gallery, mostrando fin d’allora un approccio all’arte che oggi affermiamo contemporaneo. In una sintesi estrema le sue tematiche maggiormente conosciute si riassumono in teschi d’animali, fiori e paesaggi desertici del New Mexico. Questo stato federato americano fu da lei visitato per la prima volta nel 1929, legando da quel momento la sua vita agli scenari di questa terra fino alla morte.

A livello mediatico i fiori sono un soggetto molto presente nella sua arte sebbene a livello personale rappresentassero una forzatura come da sua affermazione: “odio i fiori: li dipingo soltanto perché sono più a buon mercato dei modelli e in più non si muovono”. Al di la del suo pensiero, nel 2014 l’opera “Jimson Weed/ White Flower No. 1” del 1932 è stata venduta all’asta per $ 44.4 milioni (£ 33.45), rappresentando il record price mondiale per un’artista donna.

La pittura di Georgia O’Keefee è semplice, immediata, all’interno di cromie vive sempre ben accostate e amalgamate. La forma compositiva non è pienamente strutturata, ma proprio nell’effetto finale rappresentato ruota tutta la sua forza, partendo dalla considerazione che la sua operatività avvenne nel secolo scorso.

Dunque, uno tra i suoi principali segreti a lei inconsapevoli: scenari artistici di ieri, come ideazione, ma resi oggi inconsapevolmente molto attuali.