L’attenzione verso il cibo con cui ci nutriamo è sempre crescente a livello mondiale. Dopo l’Expo 2015 di Milano, la mostra Arts & Food, curata da Germano Celant alla Triennale, i talent culinari e la fortuna televisiva degli chef, anche il Victoria & Albert Museum di Londra propone la rassegna FOOD: Bigger than the Plate, a cura di Catherine Flood e May Rosenthal Sloan, fino al 20 ottobre.
L’esposizione riflette su come stiamo reinventando i modi per crescere, distribuire e gustare ciò che mangiamo
attraverso un viaggio sensoriale sul ciclo degli alimenti, dal compost alla tavola. In un’epoca di sfide ecologiche, società che cambiano rapidamente e invenzioni tecnologiche, si dà uno sguardo sulla possibile alimentazione del futuro, facendo leva sulla sostenibilità, ma anche sul gusto e sulle preferenze, grazie al contributo di numerosi artisti e designer che collaborano con cuochi, agricoltori, scienziati e comunità locali.
Ecco allora The Sausage of the Future del 2014-17 di Carolien Nieblin, con le ricette del salame di frutta e il paté di insetti; la coltura dei funghi con l’aiuto di GroCycle, una società innovativa del Devon; il progetto di Christina Agapakis e Sissel Tolaas sul formaggio derivante dai batteri umani; il colorato collage sul paesaggio Supernatural del 2019 dai packaging dei supermercati inglesi di Uli Westphal e il Daily Dump indiano del 2006 sulla produzione a livello familiare di compost dagli scarti alimentari in vasi di terracotta fabbricati localmente.
E ancora il LOCI Food Lab dal Centro per la Gastronomia Genomica, che prevede un menù per il visitatore sviluppato in base alle sue risposte a un quiz sul cibo del futuro dei suoi desideri. In mostra anche trenta oggetti storici dalle collezioni del museo, come pubblicità, illustrazioni e ceramiche.