Brithis Museum: Invito al Pornodal direttore Ferruccio Gard

Londra al British Museum, il museo più grande del mondo, esiste una stanza segreta, normalmente chiusa al pubblico, che testimonia in modo esplicito come la propensione all’osceno e al porno abbia origini antiche. Fra gli oltre 8 milioni di oggetti, reperti e opere d’arte del museo che coprono 807.000 piedi quadrati, ve ne sono però alcuni che, pur scandalizzando i benpensanti, tutto sommato possono essere esposti… Sennonché, in una visita necessariamente veloce, sfuggono ai più. Per attirare nuovi visitatori ecco quindi un’idea (peraltro già adottata due anni fa a Parigi): la caccia all’opera erotica, vietata comunque ai minori di 18 anni. Una compagnia che organizza tour privati al British (“THAT Muse”) promuove così visite diciamo…innovative. I partecipanti devono scoprire i dettagli erotici o porno, dalle Veneri e dai putti maliziosi all’enorme pene in erezione di Priapo (qui però è facile), dagli oggetti romani che più espliciti non si può ai vasi erotici greci del quinto secolo, ad altri elementi audaci che a uno sguardo frettoloso possono sfuggire. Esempio: lo sapevate che un certo erotismo non lo disdegnavano nemmeno gli antichi Egizi? Gli…investigatori del porno al British sono invitati a fotografare le opere e farne poi una descrizione, con il “lodevole” intento di imparare così in modo diverso uno degli aspetti meno esplorati della storia dell’arte. Entusiasti gli organizzatori, per questa stimolante (è il caso di dirlo…) caccia al tesoro che consente di scoprire culture e temi da “un altro punto di vista”. Soddisfatti anche i visitatori. “Proprio una visita del c….”ha comunque commentato con linguaggio intonato alla situazione il solito italiano. Il riferimento non era infatti inappropriato: si trovava davanti alla statua di Priapo…