Covid-19Quando resuscita l'arte perduta

Anche il mondo dell’arte è ritornato a vibrare e pulsare con la riapertura di musei e gallerie dopo la lunga chiusura causa Covid-19. Durante la…clausura, fondamentale è stata l’utilizzazione della rete, mentre gli artisti stanno ora proponendo le opere realizzate con particolare impegno nel periodo di confinamento perché è proprio nei momenti difficili che si prepara la riscossa. A simbolo della quale voglio proporre una mostra che considero quasi commovente. Siamo a Illegio, graziosa e piccola frazione, con 360 anime, di Tolmezzo, in provincia di Udine. Nella Casa delle Esposizioni vi è stata allestita la rassegna"Nulla è perduto”. L’iniziativa è incredibile e strepitosa perché vi sono esposti ( sino al 13 dicembre ) 7 capolavori andati totalmente distrutti a causa di bombardamenti nell’ultima guerra mondiale, incendi e furti, in prevalenza da parte di gerarchi hitleriani. A Madrid una squadra di storici, artisti, restauratori ed esperti di software 3D d’altissimo livello tecnologico è riuscita a ridare vita, sin nei minimi particolari, a capolavori quali il "Concerto a tre” di Johannes Vermeer” (rubato a Boston nel 1990), il "Vaso con sei girasoli” di Vincent van Gogh, finito in cenere sotto le bombe a Ashiya, nella casa di un collezionista giapponese, e la grande tela dedicata alla Medicina, dipinta da Gustav Klimt per il soffitto dell'Università di Vienna e bruciata nel 1945 dai nazisti in fuga. Fra le altre opere resuscitate capolavori di Caravaggio, Claude Monet, Franz Marc, Tamara de Lempicka e di Graham Sutherland. Il tutto partendo da una fotografia in bianco e nero. La mostra, grazie ai prodigi tecnologi di Factum Arte, diretta a Madrid da Adam Lowe, lascia senza fiato, tale è la fedeltà e la spettacolarità delle ricostruzioni. La tragedia della pandemia è stata disastrosa, ma questa mostra vuole testimoniare che non bisogna mai arrendersi, nel mondo dell’arte come nel mondo di tutto. Per i visitatori sarà come uscire a rimirare le stelle, la vita e la bellezza non si arrendono, ha detto don Alessio Geretti, direttore artistico della mostra. Il nostro commento? Tutti, ma proprio tutti, siamo d’accordo con lui. E, Covid-19 o non covid, viva l’arte, dalle splendide pitture rupestri di Altamira (Paleolitico Superiore) ai millenni a venire.