VTS: Guarda un quadro e starai megliodal direttore Ferruccio Gard

Dall’America è arrivata la Vts, e cioè la Visual thinking strategies, l’osservazione dell’arte come strumento per l’apprendimento. Una metodica che, oltre a tirarvi su di morale, promette di farvi crescere il cervello, aumentandone le capacità cognitive. Bisogna andare con calma in musei e gallerie d’arte, e porre davanti a quadri e sculture tutta una serie di domande sul come e il perché di quella figura, di quel particolare, sul significato dell’opera, e via interrogando. Sei le domande fondamentali, fra le quali “cos’altro vedi oltre a quello che credi di vedere?”. La pratica promette maggiori capacità di apprendimento negli studi, dalle elementari all’università, e migliore riuscita sul lavoro e nei rapporti interpersonali. Volete fare colpo su una donna o su un uomo? Invitatela/o in un museo e….datevi da fare, parlando d’arte, naturalmente. In un convegno tenutosi al Moma, il Museum of Modern Art di New York, con la partecipazione di esperti di Vts, scienziati, medici e direttori di musei di tutto il mondo, è stato annunziato che si sono riscontrati miglioramenti nell’apprendimento persino in studenti di medicina, corso di studi che, con Picasso e Van Gogh, in teoria ha nulla a che fare. Sperimentazioni sono state effettuate anche in scuole e università di Roma, e se ne è parlato in un recente convegno al Museo Roma- Palazzo Braschi, organizzato dal Centro Digilab dell’università “La Sapienza” e da VtsItalia. Gli esiti sono stati positivi, hanno detto. Ecco quindi un motivo in più per visitare musei, pinacoteche e gallerie d’arte moderna, cosa peraltro già bellissima, al di là della Vts. Però…se la Vts aiuta ad apprendere e ragionare meglio, perché non renderla obbligatoria a certi politici ? Ma sì, diciamocela tutta: evviva la Vts. Per gli amanti dell’arte. Ma non solo.