La pittura del maestro bresciano Rolando Rovati fornisce stimoli diversi secondo la distanza visiva in cui ci si pone a osservarla. Da lontano i colori acrilici incendiano l’occhio mentre da vicino la mente rileva scenari che suggeriscono dialoghi fra aree diverse dell’opera.
Le sue tecniche miste sono pervase da una grande ricchezza di particolari, o meglio di storie, all’interno delle quali le scintillanti cromie sono il vero protagonista. Come affermava Vassilij Kandinkij:
“il colore è un mezzo per esercitare sull’anima un’influenza diretta. Il colore è un tasto, l’occhio il martelletto che colpisce, l’anima lo strumento dalle mille corde”.
Si tratta di un pensiero applicabile alle rappresentazioni di Rolando Rovati che dialogano nella composizione tra astrattismo geometrico, futurismo e mondo di derivazione dal fumetto. L’artista unisce tali elementi creando universi narrativi ricchi di suggestioni che, come afferma lui stesso, nascono da “un’immagine rudimentale che si unisce a un’emozione” e che non hanno mai una conclusione.
Le immagini che ne scaturiscono vivono e s’integrano in aree diverse del supporto sostenen- dosi vicendevolmente, sfruttando una sorta di energia gravitazionale che le pervade in un gioco di piccoli abbracci senza fine. E’ così che nella forma che contiene un tumulto di forme si sviluppano aree più o meno percepite che delineano racconti di vita che si compongono e si ricompongono. Infinite aree di un mosaico giocano fra colori di matrice opposta: laddove la combustione cromatica divampa l’artista inserisce sezioni più fredde per equilibrare il personale racconto astratto.
Pseudo arabeschi ornano e creano movimenti e tensioni di una composizione mai statica. Rolando Rovati ci racconta dunque una realtà fitta di elementi che danzano fra geometrie possibili e utopistiche, sempre rette da giochi pirotecnici dalle svariate tinte per universi senza fine.