Arte: attenti alle Bananedal direttore Ferruccio Gard

E così, udite, udite, in arte abbiamo avuto anche un “bananagate”, laddove il dolce frutto può essere considerato un simbolo del consumismo ma, nel nostro caso, soprattutto sessuale. Protagonista, o meglio, vittima della vicenda una artista polacca conosciuta in tutto il mondo: Natalia LL, alfiere della lotta femminista e autrice di denunce, con le sue opere, contro la violenza e sopraffazione maschile sulle donne e gli eccessi del consumismo. Per andare diritta al sodo Natalia utilizza, con risvolti esplicitamente a doppio senso, banane e salsicciotti, che addenta, lecca, succhia, e via dicendo. E così, a seguito della pubblica protesta di una signora scandalizzata, che era entrata incautamente con il figlioletto al Narodow, il Museo Nazionale Polacco di Varsavia, il direttore Jerzy Miziolek ha rimosso i video di Natalia LL e di altre tre femministe, Katarzyna Kozyra e il duo composto da Karolina Wiktor e Aleksandra Kubiak, giudicandoli “scandalosi e diseducativi”. Le accese proteste da parte dell’intellighenzia culturale nazionale, con tanto di folle manifestanti nelle piazze e davanti al museo con banane brandite minacciosamente al grido di “No banagate”, hanno indotto alla ricollocazione delle opere “ incriminate”. Che, fra l’altro, fanno parte della collezione permanente del museo ed erano già state esposte alla Tate Gallery di Londra e al Centre Pompidou di Parigi. Morale: la legittima libertà creativa degli artisti è stata rispettata. E il museo, dopo tanto baccano, ha avuto un consistente aumento di visitatori. Da Natalia LL, quindi, anche se indirettamente, un encomiabile invito ad avvicinarsi sempre di più all’arte. Le vie delle banane sono infinite.