Vi ricordate la commedia e il film “Niente sesso, siamo inglesi” che, negli anni settanta, ebbero un successo epocale? In Gran Bretagna la commedia, con una esilarante satira sul perbenismo inglese, dal 1971 al 1987 ebbe addirittura 6761 rappresentazioni consecutive.

I tempi però cambiano e, visitando alla Galleria Internazionale d’Arte Moderna della Città di Venezia, a Ca’ Pesaro, la mostra “Breathless – Senza respiro. Arte Contemporanea a Londra”, verrebbe da dire “Tutto sesso, siamo inglesi”. Non vogliamo generalizzare, ovviamente.

Al secondo piano del museo c’è un po’ di tutto, e mediamente di notevole interesse, nelle 40 opere di 15 artisti, tutti emergenti, della giovane generazione londinese ispirate a diverse declinazioni, dalla pittura alla scultura, dal video alla fotografia, all’installazione, fino alla performance. Le opere provengono dalle collezioni del British Council, dell’Arts Council e da gallerie e studi d’artista.

EDDIE PEAKE KOMODO-DRAGON 2, 2015

La mostra è a cura di Norman Rosenthal, Harry Woodlock e Elisabetta Barisoni, direttrice di Ca’ Pesaro che, osserva in catalogo, «Attraverso il filtro dell’arte contemporanea, ancora una volta, cerchiamo delle risposte, pur sapendo che la migliore arte è quella che non le concede facilmente e al massimo pone nuove domande; pur sapendo che lo sguardo dell’artista è sempre deformante, più intenso, più crudo, più visionario delle cronache e più irrazionale delle storicizzazioni, spesso più durevole, talvolta eterno.»

Alcuni visitatori, che evidentemente non sono assidui visitatori di musei e di biennali, si sono lamentati per la presunta “ oscenità” di alcune opere, rappresentanti atti abbastanza espliciti di autoerotismo, dettagli di genitali maschili e femminili o che riflettono sul tema dell’identità sessuale. Esauriente la risposta di Gabriella Belli, direttore della Fondazione Musei Civici di Venezia.

ISSY WOOD THE UNDERDOSE, 2019

Questi giovani artisti – ha detto – rispetto ad epoche passate trattano la sessualità con un atteggiamento più intimista e poetico, per nulla volgare. La riflessione sul genere, d’altra parte, da alcuni anni è diventata attuale e importante, purché trattata in un certo modo.

E la mostra di Ca’ Pesaro pertanto, secondo la Belli, non deve suscitare alcun imbarazzo. Vi espongono: Larry Achiampong, Alvaro Barrington, Alice Channer,Matt Copson, Nicolas Deshayes, Ed Fornieles, Anthea Hamilton, Tom Hardwick-Allan, Celia Hempton, Evan Ifekoya, Lydia Ourahmane, Eddie Peake, Hannah Quinlan & Rosie Hastings, Prem Sahib, Victoria Sin, Issy Wood. Cinque delle opere sono state realizzate appositamente.

La mostra, organizzata con il supporto di The British Council e che, sottolinea Gabriella Belli in catalogo, ha “al centro la capitale britannica, che assurge a simbolo di una riflessione sulla quotidianità e la creatività occidentali”, sarà visitabile sino al 1 marzo 2020.