Apprezzate dalla critica e dal mercato (con molte presenze in aste e fiere dell’arte), le opere di Giorgio Gost bloccano il tempo e la memoria, affidando la nostra epoca, con i suoi contrasti e i suoi divari, alla Storia.

Una ricerca che ha radici lontane, che nasce dalla pittura e dal colore, sino a incorporare sempre più oggetti, a testimonianza di un passato appena trascorso, ma che nell’esponenziale corsa al progresso, pare all’artista sempre più lontano e distante.

Giorgio Gost, tavola imbandita salvata per l’annp 6.000, anno 2015

“Nel 2009 nasce l’esigenza di ricordare un periodo della nostra economia che ho vissuto e cominciano i “Percorsi nella Old Economy”

spiega l’autore e continua – dipinti su tela con applicazione di uno o più documenti originali del 1982 o del 1983, a seconda del lavoro, per lo più industriali ed ancora scritti amano, appositamente ricercati, scelti ed inseriti come parte integrante dell’opera.

Giorgio Gost, Champagne con resina salvato per l’anno 6.000 , anno 2018

Prende così il via un’operazione artistica, di matrice sociale, volta a dare valore e a riconoscere il lavoro manuale e l’economia reale, che intanto scompare per dare spazio all’immaterialità e fluidità: del lavoro, della finanza e dell’economia più in generale.

Concetti e valori che non sono disgiunti dalla vita reale.Un monito lanciato a gran voce dell’artista che ponendoci davanti ai nostri prodotti, che altro non sono ciò che noi siamo, ci chiede di rallentare e di pensare. Mai come oggi, a fronte di un’economia insostenibile e delle gravi conseguenze climatiche ed economiche che ne derivano, il lavoro di Giorgio Gost, mostra tutta la sua attuale contemporaneità, con la convinzione che: sarà la bellezza a salvare il mondo